L' incontro che è appena iniziato tra me e il Presidente della Repubblica Federale di Germania non è il primo: il Presidente Wulff venne a Roma pochissimo dopo la sua elezione, ed io apprezzai molto quella iniziativa, che dimostrò immediatamente il senso di amicizia cordiale e di interesse da parte sua ad uno stretto rapporto di collaborazione anche a livello dei Capi di Stato tra i nostri due Paesi.
Ci siamo successivamente incontrati ancora a Roma, e a Villa Vigoni, sede di uno storico Istituto di studi germanici a Menaggio, e lì abbiamo incontrato giovani europei e avuto con loro un colloquio sulle prospettive del nostro grande impegno comune. Perché noi siamo da sessant'anni legati in questo straordinario processo di unità e di integrazione europea che ci ha visto sempre muoverci con coerenza nel solco della grande scelta che fu fatta sessant'anni fa da Konrad Adenauer e da Alcide De Gasperi, insieme con i capi di governo della Francia, del Belgio, dell'Olanda e del Lussemburgo. E di strada ne abbiamo fatta tanta, fino ad arrivare ad una Unione a 27, e ormai a 28 Stati membri.
Abbiamo avuto una discussione che, per la verità, avrebbe potuto durare ancora alcune ore, visto il grande interesse reciproco e, in modo particolare, innanzitutto, l'interesse del Presidente Wulff ad approfondire la recente evoluzione della situazione politico-istituzionale nel nostro Paese.
Egli ha espresso grande apprezzamento per l'impegno del governo Monti e grande apprezzamento anche per la personalità del Presidente del Consiglio, che egli d'altronde già ben conosceva, come in Europa lo conoscevano molte figure politiche e di governo.
Noi stiamo compiendo la nostra parte di responsabilità per garantire il superamento della crisi dell'Eurozona. Condividiamo un forte impegno per la stabilità finanziaria e, in primo luogo, per il consolidamento e la disciplina di bilancio; impegno che, poi, è stato formalizzato nel noto accordo internazionale soprannominato Fiscal Compact, che l'Italia ha contribuito a definire e ha approvato al Consiglio europeo.
Naturalmente, in una fase come questa, che è molto complessa e anche molto problematica, noi discutiamo - discutiamo in pubblico, discutiamo a livello istituzionale - anche quando comprensibilmente alcuni nodi possono essere controversi. In modo particolare, siamo convinti che allo sforzo che si è giustamente richiesto a tutti e che tutti debbono compiere - in particolare, tra i maggiori Paesi membri dell'Eurozona, noi in Italia, per superare la crisi del debito sovrano attraverso un abbattimento del massiccio stock di debito pubblico che ci trasciniamo dietro - debba corrispondere un forte impegno, in uno spirito di solidarietà tra tutti i Paesi membri dell'Unione, per la crescita, per lo sviluppo e soprattutto - ha voluto sottolineare il Presidente Wulff - per risolvere il problema fondamentale che consideriamo essere in Europa quello dell'occupazione per i giovani, del lavoro per le giovani generazioni. Il che richiede molte cose, e probabilmente anche investimenti pubblici a livello europeo - questa è la posizione italiana - e, comunque, una particolare considerazione della spesa per investimenti, pur nel quadro di un equilibrio di bilancio. Si richiede insieme un forte sforzo - ha detto il Presidente Wulff, e io concordo - per la qualificazione dei giovani, per garantire processi di formazione che li preparino a entrare nel mercato del lavoro con possibilità di effettivo successo. E molte altre cose si richiedono - specie nel nostro Paese - per quel che riguarda anche la possibilità di investimenti esteri (che, in ultima istanza, concorrono all'aumento dell'occupazione giovanile), attraverso il superamento di molti condizionamenti burocratici e di altra natura che impediscono un maggiore sviluppo della nostra economia.
Abbiamo discusso anche delle questioni della riforma del mercato del lavoro che sono oggi oggetto delle conversazioni tra il governo e le parti sociali e abbiamo detto - io ho creduto di dover sottolineare - che è fondamentale il concepire anche la riforma del mercato del lavoro in funzione di un accrescimento della produttività, che in Italia, purtroppo, è stagnante da molti anni a questa parte.
Il rilancio dell'integrazione europea deve comprendere tutti gli aspetti della costruzione, della grande costruzione che abbiamo saputo realizzare nel corso di sessant'anni: quindi, deve comprendere la dimensione della politica estera e di sicurezza comune - e anche in questo campo ci siamo intesi da tempo ed è in corso anche uno sforzo particolare tra i ministri della Difesa dei due Paesi, che hanno sottoscritto di recente una importante lettera d'intenti comune.
Abbiamo guardato e guardiamo a quello che accade nelle aree più vicine al nostro Paese, come il Mediterraneo, e ci poniamo questioni che vanno al di là dell'immediato per rafforzare e migliorare sempre di più il clima della collaborazione tra i nostri due Paesi.
Abbiamo voluto - ma questa è una questione che riguarda Italia e Germania in particolare, fuori del contesto europeo - quale séguito dare alla sentenza della Corte Internazionale de L'Aja che, come voi sapete, ha rigettato alcune posizioni che erano state avanzate dall'autorità giudiziaria italiana per i crimini nazisti in Italia. Naturalmente, la prima cosa è rispettare la sentenza della Corte Internazionale de L'Aja. Però ho trovato molto importante che da parte del Presidente Wulff si sia manifestata grande sensibilità per la necessità di dare risposte politiche e di opinione, al di là dell'esito e dell'applicazione della sentenza, per corrispondere, in modo particolare, alle attese delle vittime dei crimini nazisti in Italia.
La discussione tra di noi è stata sommamente fruttuosa e io penso che lo sarebbe stata anche se avessimo potuto per altre due ore entrare nel merito di molte altre questioni su cui la sintonia tra i due Paesi è molto forte e si rafforzerà ulteriormente.
Il Presidente Wulff mi ha rivolto un invito formale a compiere una visita di Stato in Germania prima della conclusione del mio mandato e io, ringraziandolo, ho immediatamente accettato l'invito. Vedremo se riusciremo a compiere questa visita entro l'anno 2012 o all'inizio del 2013, in tempo utile per trasmettere al mio successore il testimone di un impegno di sempre più forte amicizia e cooperazione tra Italia e Germania.
DOMANDE E RISPOSTE
Giornalista della radio tedesca MDR
Io avrei una domanda a tutti e due i Presidenti sulla crisi dell'euro. Signor Presidente Wulff quale messaggio politico ha voluto lanciare qui da Roma e che cosa chiede la Germania all'Italia per quanto riguarda la crisi dell'euro? Qual è la reazione, la risposta del Presidente Napolitano?
Presidente Napolitano
Io non credo che si debba parlare di richieste della Germania all'Italia, certamente non è stato questo il carattere della nostra discussione. Entrambi dobbiamo affrontare problemi che riguardano l'Unione Europea, specificamente i Paesi dell'Eurozona nel loro complesso, e tra questi problemi il primo è il consolidamento delle finanze pubbliche, l'abbattimento del debito sovrano in Paesi come l'Italia che lo hanno molto elevato, e il rilancio della crescita. Su tutte queste questioni noi dobbiamo fare la nostra parte, la stiamo facendo e credo che anche un problema - come quello che ha citato ora il Presidente Wulff - delle tortuosità e lungaggini burocratiche che rendono difficile per gli imprenditori tedeschi operare in Italia, il decreto che ho firmato prima di partire per Helsinki, il cosiddetto decreto sulle semplificazioni, contiene misure molto importanti che il governo Monti ha presentato anche utilizzando il lavoro preparatorio del precedente governo.
Mi auguro che, in particolare, anche a questo decreto sulle semplificazioni il Parlamento riserverà presto un'accoglienza favorevole con il voto di definitiva conversione in legge. E poi dobbiamo preoccuparci di quello che è innanzi al nostro continente in una competizione che si è fatta sempre più stringente, sempre più acuta e che ci richiede di saper rinnovare quel che di meglio l'Europa ha saputo realizzare come modello di economia sociale di mercato.
Antonella Rampino, del quotidiano italiano "La Stampa"
Quella che la pubblica opinione chiama la politica del rigore può spingersi davanti al rischio di mettere in questione le coesioni nazionali? Stamattina un ex Presidente del Consiglio italiano ed ex Vice Presidente della Convenzione Europea dice che questo potrebbe creare come un effetto-eco in tutta l'Europa mettendo a rischio la stabilità anche di altri Paesi.
Presidente Napolitano
Direi che davvero il banco di prova è il prossimo Consiglio europeo di marzo, che avrà all'ordine del giorno esattamente le politiche per la crescita, le politiche per lo sviluppo. Quanto al risanamento finanziario, e al superamento della crisi del debito sovrano in Paesi come l'Italia, o anche come la Grecia, vale perfettamente la risposta che ha dato il Presidente Wulff: non bisogna concentrarsi esclusivamente su misure di austerità. Intanto, anche la spesa pubblica va tagliata in modo selettivo e non alla cieca, in maniera da lasciare in piedi degli investimenti, delle possibilità di impegno anche del bilancio pubblico per la crescita; poi, bisogna immediatamente congiungere alle scelte che si stanno compiendo, ad esempio in un Paese come il nostro, per risanare il bilancio pubblico, le scelte per far crescere il Paese, per far crescere l'Europa. È chiaro che possono esserci dei rischi, se si mette il piede sull'acceleratore soltanto per il risanamento di bilancio e non lo si tocca invece per la crescita. E non farei assolutamente confronti tra Paese e Paese. Certamente - e questo voglio dirlo esplicitamente - io ho sempre sostenuto e sostengo l'importanza del fattore coesione sociale; ma coesione sociale non può significare immobilismo, coesione sociale deve significare la massima intesa tra le forze sociali e le forze politiche per obbiettivi di cambiamento, per obbiettivi di riforma il cui conseguimento è indispensabile per avere nel nostro Paese ancora sviluppo su basi di adeguata competitività internazionale.
Giornalista del settimanale tedesco Stern
Cosa intendete fare nei vostri Paesi per combattere la corruzione?
Presidente Napolitano
L'Italia è messa meno bene della Germania nelle classifiche internazionali sulla trasparenza, ovvero sulla riduzione del fenomeno della corruzione. Questo fenomeno è ancora notevolmente diffuso, ci sono questioni di norme di legge e ci sono questioni di costume. Sono molto importanti, quindi, sia l'impegno legislativo, sia l'impegno politico-culturale. L'esempio deve venire innanzitutto dalle autorità, da coloro che hanno la responsabilità a livello nazionale e a livello regionale e locale nella gestione della cosa pubblica. Penso che in questo senso anche il nuovo governo si muoverà con convinzione e decisione.
Federica Mango, RAI News
Avete entrambi puntato l'accento sulla necessità - viste le immagini di esasperazione sociale e di tensione in Grecia - che si proceda in un clima di solidarietà e coesione sociale. In Italia si sta discutendo molto in questi giorni di occupazione dei giovani, di riforma del mercato del lavoro. Chiedo a entrambi i Presidenti del loro scambio su questo tema e del suggerimento sul ruolo dei sindacati, delle forze sociali in questo momento di dialogo. Presidente Napolitano, sente di fare un appello per questo?
Presidente Napolitano
Ritengo che l'occasione che si offre attraverso la visita del Presidente Wulff e la partecipazione di esponenti sia del mondo imprenditoriale sia di rappresentanti del mondo del lavoro tedesco a questa visita sia un'occasione da cogliere, la può cogliere il governo italiano, la possono cogliere i rappresentanti delle organizzazioni sociali italiane. Davvero c'è da riflettere su quello che si è realizzato in Germania grazie alla riforma del mercato del lavoro. Credo che da noi non sia tanto questione di moderazione salariale, perché non c'è dubbio che prova di moderazione salariale i sindacati l'hanno data; in Italia la questione è quella di misure che nel mercato del lavoro si possono realizzare - anche attraverso la flessibilità, il maggior grado possibile di ottimizzazione degli impianti produttivi e anche la massima solidarietà - al fine di aumentare la produttività e di attrarre investimenti. In questo senso ringrazio davvero per il contributo che ci potrà essere dato.
Mi si chiede se lanciare un appello. Io, francamente, vorrei che non si dicesse ogni giorno che ho lanciato un appello o ho rivolto un monito: io cerco di porre problemi, che è una cosa un po' diversa. E pongo il problema della necessità di un accordo valido tra le forze sociali, in particolare i sindacati, e il governo. Sono sicuro che c'è molto senso di responsabilità nelle conversazioni in corso e non voglio interferire. Credo che tutti abbiamo chiari gli obbiettivi da realizzare anche per acquistare un'ulteriore riserva di forte fiducia nella possibilità di crescita dell'Italia.
Desidero concludere questo incontro con voi ringraziando pubblicamente il Presidente Wulff anche per le parole che ha detto proprio qui, sulla fiducia della Germania nell'Italia: è qualcosa di cui davvero spero potremo cogliere il frutto. È importante, questa dichiarazione di fiducia della Germania verso l'Italia, la sua economia e il suo governo.