Ho accolto con soddisfazione il Presidente Tomislav Nikolić che ha accolto il mio invito a visitare il nostro Paese e innanzitutto a visitare la Presidenza della Repubblica.
Nella conversazione che abbiamo appena terminato - a cui seguirà poi l'incontro del Presidente Nikolić con il Presidente del Consiglio - abbiamo discusso non solo dello stato eccellente delle relazioni tra i nostri due Paesi, ma anche e soprattutto del rapporto tra la Serbia e l'Unione Europea nella prospettiva del negoziato per l'ingresso della Serbia come Stato membro a pieno titolo della Unione.
Per quello che riguarda le relazioni bilaterali, come è noto, non solo c'è stato un notevolissimo sviluppo delle relazioni economico-commerciali, nonché culturali, tra i nostri due Paesi, ma si è avuta una significativa espansione degli investimenti italiani diretti in Serbia. Grandi gruppi e molte piccole e medie imprese operano in Serbia; noi accogliamo con grande favore questo impegno di tutti i nostri imprenditori che hanno ritenuto conveniente investire in Serbia e dare così un contributo al rafforzamento dell'economia serba; in ultima istanza, ciò corrisponde all'interesse comune dei nostri due Paesi e dell'Europa.
Per quello che riguarda la prospettiva europea della Serbia, ho ascoltato con grande piacere dal Presidente Nikolić la serietà del suo impegno a portare avanti il processo iniziato negli scorsi anni col precedente governo e con il precedente Presidente, sfociato nel riconoscimento alla Serbia, da parte del Consiglio europeo, dello status di Paese candidato.
L'Italia ha molto contribuito anche nell'ultima fase, quando si profilava il rischio di un rinvio di quella decisione, perché la decisione fosse assunta senza ulteriori remore; adesso si apre una nuova fase: quella dei negoziati, come sempre complessi, per trasformare il Paese da candidato in Stato membro dell'Unione.
Abbiamo ascoltato dal Presidente Nikolić la serietà degli impegni che il governo serbo sta portando avanti e intende portare avanti; e, naturalmente, non abbiamo trascurato l'aspetto delicato della questione Kosovo. Abbiamo ribadito l'orientamento italiano che è di favorire lo sviluppo nel merito di ciascun capitolo del negoziato con l'Unione senza porre pregiudiziali che possono bloccarlo o seriamente ostacolarlo. Noi siamo interessati a uno sviluppo favorevole, in chiave di cooperazione e convivenza pacifica, delle trattative che ora stanno per aprirsi al massimo livello tra i rappresentati della Serbia e i rappresentanti del Kosovo. Auspichiamo anche uno sviluppo costruttivo delle relazioni tra la Serbia e la Croazia, divenuta recentissimamente Stato membro dell'Unione, con la quale - così come con la Slovenia - abbiamo potuto molto rafforzare negli ultimi anni le nostre relazioni, superando incomprensioni o pesanti eredità del passato.
Ho rivolto in questo senso e da tutti questi punti di vista i più cordiali auguri di successo al Presidente Nikolić.
Domanda
L'Italia è una grande sostenitrice della Serbia. Qual è la posizione dell'Italia rispetto alle richieste sul riconoscimento del Kosovo come condizione suprema per fare entrare la Serbia nell'Unione Europea?
Presidente Napolitano
Noi siamo convinti sostenitori della prospettiva europea per tutta l'area dei Balcani occidentali. Non soltanto abbiamo volentieri accolto nel "Grande allargamento" dell'Unione la Slovenia quale Stato membro a pieno titolo, ma ci siamo molto adoperati per favorire la candidatura, e poi la positiva conclusione dei negoziati per l'ingresso nell'Unione Europea, anche della Croazia. Nello stesso tempo, siamo stati molto vicini alla Serbia nelle sue scelte e nei suoi sforzi per avvicinarsi alla stessa prospettiva di integrazione europea. Siamo convinti che tutto ciò fa parte della sola possibile politica di sviluppo pacifico dei Balcani occidentali nelle loro relazioni con il resto dell'Europa. Quindi, sosterremo seriamente gli sforzi della Serbia - come ho detto al Presidente Nikolić - anche nella fase delle trattative per l'ingresso nell'Unione.
Ho già detto chiaramente che noi non siamo fra quei Paesi, fra quei governi dell'Unione Europea che pongono pregiudizialmente la richiesta al governo serbo del riconoscimento dell'indipendenza del Kosovo come condizione per lo sviluppo dei negoziati per l'adesione. Naturalmente, c'è una linea comune di politica estera dell'Unione Europea, ma questa linea non è ancora purtroppo sufficientemente consolidata, e in ogni caso ci sono diversità di punti di vista. Ciascun governo che ponga dei problemi, anche a questo riguardo, si assume le sue responsabilità. Quello che conta è che al di là dei punti di vista, e magari delle dichiarazioni pubbliche, dei singoli governi, tutta l'Unione Europea nelle sue istituzioni, nelle sue rappresentanze si impegni seriamente nel negoziato con la Serbia e per una positiva conclusione del negoziato.
Domanda
Dopo la fase di allargamento dell'Unione Europea ai Paesi dell'Est, sembra esserci una fase più complessa, adesso, dovuta sia alla crisi economica che al fatto che prevalgono interessi nazionali. Come pensate sia possibile ritrovare lo slancio dell'integrazione con l'obbiettivo di una Europa più solida economicamente e pienamente pacificata?
Presidente Napolitano
Noi siamo, come ben si sa, impegnati in generale per un rilancio del progetto europeo, che sta conoscendo una crisi in gran parte dovuta alle ricadute sull'Eurozona della crisi finanziaria ed economica globale. Riteniamo che si debba compiere ogni sforzo per ridare slancio alla prospettiva dell'integrazione e dell'unità europea, anche dando nuove motivazioni del progetto originario, che ha rappresentato per decenni un grande successo comune e un esempio per il resto del mondo. Ciò vale anche a proposito della questione dell'allargamento. Quando si dice che noi vogliamo vedere l'Europa operare nel mondo, nell'arena delle relazioni internazionali, come attore globale, non possiamo non trarne anche la conseguenza di operare per un rafforzamento della sua compagine attraverso ulteriori allargamenti che risultino necessari e possibili; e abbiamo sempre dato la priorità a ulteriori allargamenti nell'area dei Balcani occidentali. Ci auguriamo che questo conforti le opinioni così già diffuse e prevalenti in Serbia circa la scelta della prospettiva europea per questo importante Paese.