Signor Presidente della Repubblica Francese,
Signora Trierweiler,
Autorità,
Signore e Signori,
Signor Presidente, nell'invito da lei rivoltomi - all'indomani della sua elezione a Presidente della Repubblica francese - a compiere una visita di Stato a Parigi, ho colto il duplice accento di una sincera amicizia personale, maturata nel corso degli anni, e di un rinnovato slancio di collaborazione verso l'Italia. In effetti, le relazioni tra gli Stati vivono anche del calore dei rapporti amichevoli, di reciproca stima e fiducia, tra coloro che li rappresentano al più alto livello istituzionale: e questo è precisamente il nostro caso.
Rappresentiamo due paesi legati come pochi altri da profonde affinità di storia e di cultura, che si sono tradotte in grandi prove di amicizia, alleanza, collaborazione.
Quel che emerge in più vivida luce e ci è naturalmente più vicino, è il cammino comune che Italia e Francia hanno intrapreso esattamente all'inizio della seconda metà del secolo scorso, dopo che l'Italia aveva fatto i conti con la tragica esperienza del fascismo e delle sue guerre di aggressione pagando con una dura sconfitta anche la viltà dell'attacco ordinato da Mussolini contro la Francia nel giugno del 1940.
L'Italia e la Francia insieme liberate e tornate indipendenti, si impegnarono a partire dal 1950 nella straordinaria impresa, profetizzata e auspicata da grandi spiriti come Victor Hugo, dell'unità europea. Siamo stati insieme tra i fondatori dell'esperienza comunitaria. Quell'invenzione e quella costruzione portano molti nomi francesi e italiani : tra i primi Jean Monnet e Robert Schumann, i suoi predecessori - Signor Presidente - nella suprema magistratura della Repubblica, alti servitori dello Stato e dell'Europa come il Presidente per dieci anni della Commissione Europea Jacques Delors.
Stiamo però vivendo da qualche anno momenti cruciali che vedono il disegno europeo colpito anche da una crisi di fiducia e di consenso legata sia a limiti e incertezze nella guida dell'Unione sia a carenze di apertura e legittimazione democratica del processo di costruzione europea. Ebbene, all'Italia e alla Francia tocca dare ora un decisivo impulso al superamento di una così complessa fase di crisi. E' quel che i nostri due governi stanno già facendo, anche animando una più libera e ricca dialettica nel confronto delle posizioni e nel perseguimento di soluzioni condivise in seno al Consiglio Europeo. E' quel che oggi occorre nell'interesse comune europeo, pur senza sottovalutare il valore storico e la persistente importanza dell'intesa tra Francia e Germania.
Signor Presidente, il nostro rinnovato impegno per il rilancio e lo sviluppo del processo di integrazione europea comporta anche una forte iniziativa ideale e culturale, per recuperare consapevole e convinta fiducia in un progetto che non ha alternative, se si vuole salvaguardare il patrimonio della civiltà europea e il suo insostituibile apporto nel mondo quale oggi ci si presenta.
Parte integrante del rilancio per cui vogliamo operare insieme è un deciso rafforzamento della politica estera e di sicurezza comune europea, e in modo specialissimo della politica euro-mediterranea. E da quale parte più che dalla Francia e dall'Italia può venire uno stimolo e un apporto determinante, nel rapporto col mondo arabo, nel dialogo con le forze della primavera araba, e per la ripresa, finalmente, del processo di pace in Medio-Oriente? Ci siamo in questo senso oggi pronunciati insieme con il presidente Hollande di fronte ai drammatici sviluppi degli ultimi giorni.
Signor Presidente, assai ampio e' l'arco delle nostre relazioni bilaterali nei più diversi campi. Vorrei solo sottolineare, concludendo, quale prezioso nutrimento abbiano rappresentato per la mia generazione e per me personalmente l'esperienza politica e la vita culturale francese. E sottolineo egualmente quale interesse e simpatia la Francia abbia mostrato specialmente per l'Italia creativa, per i talenti espressi - nell'ultimo mezzo secolo - dall'arte, dal cinema, dalla letteratura italiana. Potrei fare i nomi di scrittori e cineasti del mio paese, seguiti e apprezzati in Francia perfino più che da noi. Potrei dire, con le parole di François Mitterrand, "l'Europe des cultures c'est l'Europe des Nations contre celle des nationalismes".
Ed è, Signore e Signori, l'Europa che amiamo.
Con questi sentimenti, Signor Presidente, levo il calice al Suo benessere personale, a quello della Signora Trierweiler e di tutti i presenti. Levo il calice alla prosperità del popolo francese, all'amicizia fra i nostri due Paesi, all'Europa.
Parigi 21/11/2012