Palazzo del Quirinale 23/03/2007

Intervista al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano del Direttore del TG1 Gianni Riotta


INTERVISTA AL
PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
GIORGIO NAPOLITANO
DEL DIRETTORE DEL TG1 GIANNI RIOTTA

PALAZZO DEL QUIRINALE, 23 MARZO 2007


Riotta
Signor Presidente, 50 anni fa la firma dei Trattati di Roma. Come giudicherà la storia questo evento?

Presidente Napolitano
Lo giudicherà come una svolta epocale. Mai c'era stato il tentativo di mettere insieme i maggiori paesi dell'Europa continentale. Si dice: era una piccola Europa quella dei sei; ma tra i sei c'erano la Germania, la Francia e l'Italia, c'erano i due paesi tra i quali si era combattuto in due guerre mondiali e tra i quali, nel 1957, si consolidarono le basi di una piena riconciliazione

Riotta
Questo mezzo secolo ha coinciso con la sua vita politica. Quali sono state le conquiste dell'Europa?

Presidente
Napolitano
Le conquiste dell'Europa sono state innanzitutto la pace. Diceva Jean Monnet, uno dei grandi ispiratori, profeti e costruttori dell'Europa, già nel 1950/52/57 che la parola chiave era la pace. Questa è stata senza dubbio la più grande impresa dell'Europa unita. E, con la pace, l'abbattimento delle frontiere: prima per far circolare liberamente le merci, poi i capitali, e ancora le persone fino ad arrivare allo sbocco della moneta unica e alla prima enunciazione di un'Europa politica con il trattato di Maastricht.

Riotta
Oggi c'è scetticismo: il Financial Times in sostanza ha detto che la metà degli europei quasi rimpiange il passato prima dell'Europa.
Come è possibile, soprattutto tra giovani, controbattere questa inerzia?

Presidente Napolitano
Io penso che non bisogna prendere alla lettera le dichiarazioni di un certo numero di cittadini in occasione di un sondaggio. Se c'è riflessione, ed è compito e responsabilità anche dei leader politici suscitare riflessione, chiunque in Europa non può non riconoscere gli straordinari progressi compiuti. Per superare, comunque, quel che c'è di dubbio, di scetticismo, occorre innanzitutto più informazione. E più partecipazione: un grande sforzo di avvicinamento delle istituzioni europee ai cittadini e una rinnovata capacità d'azione dell'Europa unita. L'Europa unita deve dimostrare di essere in grado di risolvere i problemi del nostro tempo.

Riotta
Ha voluto qui al Quirinale una grande mostra d'arte: ogni paese dell'Unione ha mandato un capolavoro. Il suo collega francese, il presidente Chirac, ha mandato il "Pensatore" di Rodin. Sta meditando sulla nuova costituzione?

Presidente Napolitano
Spero che anche l'opera di Rodin aiuti questa riflessione. Potremmo dire che la pausa di riflessione è terminata: però, continuare nell'"atteggiamento" di Rodin è giusto per fare uscire l'Europa - come è indispensabile e presto - dal punto morto istituzionale in cui si trova.

Riotta
Ecco, a sorpresa, oggi l'Herald Tribune, dice che il popolo più ottimista sull'Europa, sul futuro dell'Europa, resta l'Italia, per la precisione l'Italia e la Spagna. Perché questo particolare legame degli italiani con l'ideale europeo?

Presidente Napolitano
Perché forse in Italia non c'è più nessun complesso di potenza imperiale tramontata, e non c'è più residuo del nazionalismo di un tempo. Siamo consapevoli - e lo era già Alcide De Gasperi negli anni '50 - che l'Italia potrà avere un ruolo sul piano internazionale solo partecipando alla costruzione dell'Europa unita.

Riotta
Lei, Presidente, ha citato De Gasperi: lo abbiamo visto in scheda storica della nostra collega Daniela Tagliafico. Abbiamo visto Adenauer, abbiamo visto Monnet, Schuman, i grandi leader, Spinelli. Non c'è oggi una carenza di leader in questo continente europeo?

Presidente
Napolitano
Questo è sempre un giudizio difficile da darsi. Soprattutto, è un problema per il quale non esiste soluzione, se non nelle scelte che sono chiamati a compiere i cittadini ogni volta che eleggono i loro leader.

Riotta
Ecco, gli italiani sono ottimisti anche sull'ingresso della Turchia: sono il popolo che vede con più benevolenza l'adesione della Turchia sia pure scaglionata nel tempo e con degli appuntamenti fissi. Come andrà questo percorso, Presidente?

Presidente Napolitano
Sicuramente sarà un percorso non breve e non facile. Però, se entrasse la Turchia nell'Unione europea, veramente si supererebbe un'antica frontiera: non ci sarebbe più una barriera nei confronti del mondo dell'Islam. L'Europa potrebbe essere anche in questo senso, un grande luogo di dialogo. E poi, si accrescerebbero le possibilità di avere un'Europa molto forte.

Riotta
Gli Stati Uniti sono stati una benefica levatrice della nascita dell'Europa, garantendo negli anni la sicurezza all'alba della guerra fredda, quando la pace non era ancora così acquisita, dopo la seconda guerra mondiale. Dobbiamo dare atto che sono anche loro tra i protagonisti di quella vicenda. Però, c'è qualche attrito, qualche freddezza tra Europa e Stati Uniti. Come scioglierla?

Presidente Napolitano
Io penso che gli Stati Uniti hanno avuto un ruolo molto importante nel favorire la nascita del grande progetto dell'integrazione europea. Ricordiamo anche l'atteggiamento di grande simpatia per l'integrazione europea che ebbe Eisenhower, ancora prima che diventasse Presidente, quando era Comandante in capo delle Forze Alleate in Europa. Non credo che si possa parlare di una grave frattura o incomprensione tra Europa e Stati Uniti. Non lo credo, e sono convinto che gli Stati Uniti hanno interesse a che l'Europa si assuma le sue responsabilità, anche sulle grandi questioni della pace, della sicurezza, della lotta contro il terrorismo.

Riotta
Uno dei grandi progetti di questa Europa è stato "Erasmus", il progetto che ha permesso a migliaia e migliaia di giovani di studiare e laurearsi da una università all'altra d'Europa. È nata una generazione di europei?

Presidente Napolitano
Direi senz'altro di sì, ed è la cosa che mi dà più fiducia. Ho girato molto, anche quando si preparava il trattato costituzionale, nelle Università italiane, e ho trovato tra i giovani una predisposizione e una comprensione molto maggiore che in generazioni più anziane. E ho recentemente riscontrato lo stesso sentimento europeo tra i giovani dell'università tedesca di Tübingen, una delle storiche università di quel paese, in cui mi sono recato a parlare con gli studenti, insieme con il presidente Köhler.

Riotta
A questi giovani che vogliono diventare europei che letture dobbiamo consigliare? Su quali testi si devono formare?

Presidente
Napolitano
Per quel che riguarda l'Italia, direi senz'altro Altiero Spinelli e il suo "Come ho imparato a diventare saggio". Più in generale, trovo sia sempre una fonte straordinaria di insegnamento e di riflessione Jean Monnet: "Le memorie".

Riotta
Presidente, oggi l'Europa debutta in un mondo globale: l'India è uscita come nuova forza, la Cina è protagonista assoluta. Qual è il ruolo dell'Europa, della nuova Europa, in questo mondo ormai globale?

Presidente Napolitano
Proprio l'emergere di queste nuove grandi potenze a livello mondiale ci dice che l'Europa non può perdere tempo, non può esitare, deve riuscire a parlare con una voce sola. Se riesce a parlare con una voce sola, rappresentando 490 milioni di abitanti, può pesare. Da sola non può contare nel mondo d'oggi, e di domani, nessun singolo paese europeo.

Riotta
Presidente quando è stata la prima volta che Lei si è sentito davvero europeo?

Presidente Napolitano
Potrei dire di essermi davvero sentito europeo innanzitutto nella sinistra italiana ed europea. Ricordo quando, nel 1969, vidi due persone alle quali ero molto legato, Nilde Jotti e Giorgio Amendola, entrare a far parte della rappresentanza italiana nel Parlamento europeo. Poi incontrai Altiero Spinelli: fu un incontro che in qualche modo cambiò il corso del mio modo di pensare.

Riotta
Ci attende, infine, una scelta tra il dialogo tra le civiltà e lo scontro di civiltà. L'Europa ha anche impegni importanti nel contenere la sfida del terrorismo fondamentalista. Lei è fiducioso che riusciremo ad agire con una sola voce e con una sola forza?

Presidente Napolitano
Credo che ci siano le condizioni. Abbiamo avuto un'esempio recente: naturalmente un esempio è poco, ma quando l'Europa è riuscita a parlare con una sola voce per sostenere una missione nel Libano, è stato importante, significativo. Dunque, non è un'impresa irrealizzabile. Ed è un'impresa necessaria.