Oporto 07/10/2010

Intervento del Presidente Napolitano in occasione del VI Simposio Cotec Europa

Signor Presidente della Repubblica,
Maestà,
Signora Commissario,
Autorità,
Signori Presidenti delle Fondazioni Cotec di Portogallo, Spagna e Italia,
Illustri Partecipanti,

sono lieto di intervenire all'appuntamento della COTEC Europa, il sesto, organizzato quest'anno nella prestigiosa cornice della Casa da Música di Oporto.
La partecipazione ai lavori della COTEC mi offre l'opportunità di incontrare i Capi di Stato di Portogallo e Spagna, Paesi cui l'Italia è legata da storici rapporti di amicizia e con i quali collabora sul piano europeo per assicurare pace e prosperità ai nostri popoli. L'impegno della COTEC e delle tre Fondazioni nazionali nelle quali essa si declina a favore della ricerca e dell'innovazione tecnologica assicura un qualificato contributo all'approfondimento delle relazioni tra i nostri Paesi.

La definizione di iniziative comuni sul fronte della competitività e dello sviluppo tecnologico con uno specifico riguardo al coinvolgimento delle piccole e medie imprese e al ruolo delle università, temi che assai opportunamente la COTEC ha posto al centro di questo Simposio annuale, contribuisce a delineare efficaci politiche di sostegno allo sviluppo dei nostri Paesi.

Ad un anno di distanza dall'incontro di Madrid, gli indicatori registrano segnali di una ripresa economica che, tuttavia, appare ancora incerta, non uniforme e, proprio in Europa, complessivamente insufficiente. Quello che deve farci riflettere è il dato che le imprese in vigorosa crescita e ritrovata redditività sono quelle che più di altre hanno reagito al contesto negativo puntando sull'innovazione.

In una situazione di crisi la capacità dei nostri sistemi economici di accrescere il proprio potenziale di innovazione è assolutamente determinante anche per aprire prospettive di soluzione al problema che ci preoccupa maggiormente : il problema dell'occupazione, il problema del lavoro e del futuro per i nostri giovani. La qualificata presenza, a questo Incontro, dei vertici delle principali industrie che hanno aderito alle COTEC è la riprova dell'attenzione con la quale voi imprenditori guardate alla ricerca e all'innovazione quali motori dello sviluppo.

I cambiamenti nel mondo hanno trasformato quello che una volta si definiva il "sogno" dell'unità europea in una necessità, in un imperativo inderogabile. Siamo chiamati tutti a contribuire alla costruzione di un'Europa più unita, integrata e dinamica, che sia in grado di individuare risposte ai problemi comuni di un mondo globalizzato. Il Trattato di Lisbona ha finalmente mosso i primi significativi passi sotto la guida della Presidenza di turno spagnola, cui rendo qui merito. Dobbiamo cogliere le potenzialità che esso offre, e in particolare la prospettiva di uno spazio europeo della ricerca che integri le politiche nazionali e superi ogni ostacolo alla libera circolazione dei ricercatori e delle conoscenze. Questa libertà e il rilancio della competitività sono due facce della stessa medaglia.

Ancoraggio all'Europa, dunque.

La Strategia "Europa 2020" rappresenta lo strumento fondamentale di un nuovo corso dello sviluppo europeo fondato su una crescita intelligente, rispettosa dell'ambiente e in grado di garantire alta occupazione e coesione territoriale. Il lavoro della COTEC si inserisce perfettamente nella indispensabile dimensione scientifica e tecnologica della competizione e della crescita.

Signor Presidente, Maestà, Illustri partecipanti,
capitale umano, ricerca, concorrenza sono temi tutti che rappresentano elementi portanti di una rinnovata politica europea a favore della crescita. Ma essi richiedono sacrifici, visione, spirito di iniziativa, rigore nelle scelte e adeguate risorse finanziarie. Vi è una responsabilità che appartiene alla politica che deve impegnarsi nella promozione di un ambiente sociale ed economico favorevole all'innovazione.

Il sostegno della Pubblica Amministrazione all'innovazione nell'industria è un tema che sono lieto veder figurare tra le priorità della COTEC per il 2010-2012. Sul piano multilaterale abbiamo il dovere di insistere affinché sia raccolto l'appello che proviene dal G-20 per il rilancio dei negoziati presso l'Organizzazione Mondiale del Commercio, a favore di una maggiore protezione dei diritti di proprietà intellettuale e del proseguimento del processo di liberalizzazione degli scambi di merci e servizi, incluso il movimento dei ricercatori da un Paese all'altro.

Signor Presidente, Maestà, Illustri partecipanti,
vorrei concludere il mio intervento esprimendo apprezzamento per il lavoro delle COTEC e un invito a fare di più. Accanto alle iniziative fondamentali da esse sin qui condotte per il monitoraggio e la promozione della cultura dell'innovazione nei nostri Paesi, le loro riflessioni congiunte hanno permesso di individuare concreti filoni di collaborazione tra imprese e centri di ricerca dei nostri Paesi che devono ora passare dalla fase della progettazione a quella dell'attuazione nell'ambito della Joint Programming Initiative europea.

Il progetto sulla sicurezza nel Mediterraneo e quello sull'innovazione applicata ai beni culturali, entrambi identificati a Madrid lo scorso anno, fanno registrare progressi. Sta ora alla COTEC realizzare queste potenzialità e dar vita ad iniziative che associno le imprese, anche piccole e medie, con i centri di ricerca, facilitandone altresì l'accesso ai finanziamenti dell'Unione Europea.

In Italia cresce la consapevolezza dell'esigenza di accordare una decisa priorità alla ricerca e l'innovazione, pur nei limiti che il rigore della finanza pubblica impone. La bilancia tecnologica dei pagamenti risulta in attivo ed è in crescita la percentuale di invenzioni brevettate in collaborazione con ricercatori stranieri. Non mancano, tuttavia, i nodi da sciogliere, da un preoccupante squilibrio in termini regionali, anche in questo campo, all'insufficienza degli investimenti in ricerca e sviluppo il cui livello è tuttora inferiore rispetto a quello dei più avanzati Paesi europei, sino alla sintomatica elevata incidenza dei prodotti a bassa intensità tecnologica nelle nostre esportazioni.

Per l'Italia come per gli altri Paesi europei la ricerca e l'innovazione tecnologica rappresentano sfide vitali per la sopravvivenza dell'industria continentale, il benessere dei nostri popoli, in definitiva per preservare, rinnovandolo, il modello economico e sociale che ha reso sin qui peculiare e senza eguali il progetto d'integrazione comunitaria.

Sono lieto di annunciare che dopo le sessioni COTEC di Madrid nel 2009 e di Oporto nel 2010, l'Italia è pronta a ospitare il Simposio COTEC del 2011.