Palazzo dei Marescialli 01/08/2006

Intervento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per l'elezione del nuovo Vice Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura

 

 

INTERVENTO DEL SIGNOR PRESIDENTE,
DOPO L'ELEZIONE DEL VICE PRESIDENTE
DEL CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA

Palazzo dei Marescialli, 1° agosto 2006


Signor Vice Presidente,

Signori Consiglieri,

un fervido augurio al Vice Presidente Senatore Nicola Mancino e un vivo compiacimento per il risultato ottenuto. Sono certo che sotto la sua guida il Consiglio Superiore - nel quale noto con piacere la presenza di un numero di componenti donna ben superiore che in passato - saprà affrontare con serenità e concretezza i temi che di volta in volta e fin dall'inizio saranno iscritti nella sua agenda.

Mi limiterò ora a brevissime considerazioni, senza ritornare sulle tematiche da me affrontate ieri. Mi piace però rilevare che l'unanime consenso realizzatosi nell'elezione del vice Presidente Mancino - venendo dopo la prova offerta dal Parlamento con l'investitura dei componenti laici del Consiglio - è nuovo, sicuro indizio di un percorso che tende a privilegiare il metodo del dialogo e della ricerca di ampie e motivate convergenze nelle decisioni riguardanti i più importanti problemi in materia di giustizia.

Voi sarete presto chiamati ad esaminare argomenti diversi, tutti cruciali nell'esercizio delle vostre funzioni. Al Consiglio infatti spetta, secondo la Costituzione, il ruolo di governo e di garanzia della Magistratura, a salvaguardia dei suoi irrinunciabili principi di autonomia e indipendenza. Questo compito essenziale si articola in adempimenti che insistono sul terreno della quotidianità, per estendersi alle statuizioni di carattere più generale in materia di assetto dell'apparato giudiziario. Gli stessi atti che appaiono di pura amministrazione del quotidiano, del resto, hanno nella vostra funzione un'immediata valenza generale, in quanto rappresentano strumenti di rafforzamento, da un lato, della fiducia dei magistrati nell'attuazione dei valori costituzionali posti a presidio del loro operare e, dall'altro, della fiducia dei cittadini nella giustizia.

Nell'espletamento di questa complessa attività, il Consiglio vorrà certamente tener conto della preoccupazione - che già espressi nella seduta dell'8 giugno scorso - di operare al di fuori di logiche strettamente correntizie che si sono rivelate di ostacolo a un corretto esercizio delle sue funzioni.

La trasparenza delle decisioni consiliari e lo stretto collegamento con il Ministro della Giustizia, rendono più pregnante il contributo propositivo del Consiglio Superiore ogni qual volta, anche di propria iniziativa, esprima al Ministro pareri e proposte sulle normative riguardanti l'Amministrazione della Giustizia.

Ciò si rivelerà particolarmente utile nei prossimi mesi, allorché dovranno essere elaborate e prese in esame nelle sedi opportune iniziative di modifica della recente riforma dell'ordinamento giudiziario, già annunciate dal ministro della Giustizia e dal Governo, nonché di revisione sistematica di normative processuali e sostanziali.

Serenità, riservatezza ed equilibrio rappresentano per i magistrati il primo presidio della loro autonomia e della loro indipendenza, alla cui salvaguardia è preposto, secondo la Costituzione, il Consiglio Superiore chiamato a tutelare i magistrati da qualsiasi forma di delegittimazione, ma anche, ove necessario, a richiamarli a non discostarsi dall'osservanza del loro codice etico.

Nel formulare al Vice Presidente e a tutti i Consiglieri il più fervido augurio di buon lavoro, desidero assicurare che sarò sempre disponibile ad essere presente ai lavori del Consiglio e a seguirne, comunque, l'attività, con l'intento di farmi garante dei valori a presidio dei quali l'autogoverno della Magistratura è stato pensato dai nostri padri costituenti, segnalando, ogni volta che ciò si rivelerà necessario o anche solo opportuno, temi da approfondire, iniziative da intraprendere, pericoli e inconvenienti da scongiurare.