Napoli, Prefettura 27/11/2006

Il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano assiste alla firma del protocollo d'intesa "Scuole Aperte" siglato dai rappresentanti del mondo della scuola e dalle autorità nazionali e locali

IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA
GIORGIO NAPOLITANO
ASSISTE ALLA FIRMA DEL PROTOCOLLO D'INTESA
"SCUOLE APERTE"
SIGLATO DAI RAPPRESENTANTI DEL MONDO DELLA SCUOLA
E DALLE AUTORITÀ NAZIONALI E LOCALI

Prefettura di Napoli, 27 novembre 2006

Molte grazie, Ministro Fioroni. Sarò molto breve perché il rischio che corro, quando vengo a Napoli, è di parlare troppo. Anche i giornalisti sono responsabili di queste sollecitazioni, comunque la verità è che sento l'esigenza di dar conto di quello che vedo, delle realtà e delle persone che incontro. E se questa mattina non ho potuto venire all'Istituto Miano di Scampia, è perché stavo visitando il formidabile Centro di genetica e biofisica, che raccoglie la tradizione antica del laboratorio internazionale di genetica e biologia fondato decenni orsono da Adriano Buzzati Traverso. Oggi raccoglie energie straordinarie: molti giovani e giovanissimi ricercatori precari ma egualmente molto motivati. A Napoli capita anche di trovare dei precari sorridenti, il che dimostra che hanno fiducia e credono in quello che fanno.
Avant'ieri, alla Città della Scienza, abbiamo incontrato i ragazzi di moltissime scuole, di moltissimi istituti Hanno parlato, hanno dato delle testimonianze, hanno comunicato insieme con i loro insegnanti delle esperienze e dei progetti.
I progetti non li fanno soltanto le istituzioni, ma si fanno anche dal basso. I ragazzi avevano veramente molte idee concrete, molte proposte interessanti e degne di attenzione, che credo noi dobbiamo saper valorizzare.
La realtà napoletana è fatta anche di queste cose. Sappiamo benissimo che la realtà napoletana conosce difficoltà e nodi da sciogliere ma sarebbe assurdo, insensato e suicida, non solo per Napoli, ma anche per il Paese, mettere l'accento esclusivamente su quello che va corretto, su quello che non va, su quello che non si è riusciti a risolvere. Ci sono cose che si sono risolte, cose che si sono fatte. Stamattina abbiamo verificato quanto sia stato importante l'impegno dell'istituzione regionale per dar vita a questo centro di eccellenza, così avanzato e moderno, di ricerca scientifica; abbiamo visto l'altro ieri quante energie ci siano nella scuola.
Personalmente, ho sempre creduto che gli insegnanti - a cominciare dagli insegnanti della scuola dell'obbligo - siano una delle più grandi energie istituzionali di cui dispone l'Italia. Affrontano momenti molto difficili, sentono il dovere di trasmettere i valori costituzionali e la fiducia nelle istituzioni, anche quando le istituzioni, come agli inizi degli anni Novanta, sembrano tremare. E oggi, specialmente a Napoli, hanno un compito educativo fondamentale anche per il problema che ci assilla e ci angoscia della lotta contro la criminalità. È un problema sicuramente di spettanza delle forze dello Stato, delle forze dell'Ordine che lo stanno affrontando con molta energia, e ci sono i risultati come quello di questa mattina. Ma è anche un problema di carattere sociale e culturale. Non voglio dire soltanto di carattere sociale, nel senso che occorre creare più lavoro a Napoli perché diminuisca la capacità di attrazione e di reclutamento della criminalità, ma dico sociale e culturale, nel senso che deve crescere la coscienza civile, deve crescere anche l'adesione ai valori della legalità, ai valori della libertà, ai valori della Costituzione, ai valori morali. In questo, credo che dobbiamo davvero poter contare sulla collaborazione di tutti e tra tutti.
Oggi pomeriggio avremo l'occasione con il Cardinale Sepe di verificare un terreno concreto di collaborazione tra istituzioni della Repubblica e Chiesa. Chiesa significa tante cose: significa le parrocchie, significa l'associazionismo, significa il volontariato, significa la Caritas, significa l'insieme di strutture e di forme di aggregazione che animano quella tradizione, che il Pontefice ha ricordato nel suo discorso di Verona, di vicinanza ai bisognosi e ai sofferenti. Ebbene, qui, per bisognosi si devono intendere anche quanti hanno bisogno di educazione, di formazione professionale, ma in primo luogo di formazione civile e morale. È un impegno a cui possono concorrere sia lo Stato e le sue istituzioni, sia le associazioni, sia i ragazzi delle scuole e gli insegnanti, sia le organizzazioni della Chiesa cattolica che qui a Napoli sono, in questo momento, così presenti e impegnate.
Vorrei concludere complimentandomi molto per la realizzazione, di cui ha preso cura il Ministro Fioroni, di questo protocollo di intesa.
Nell'assemblea che ho ricordato alla Città della Scienza, abbiamo sentito molto citare il problema della dispersione e dell'insuccesso: è il problema non solo di chi non si riesce a portare a scuola, ma di chi l'abbandona per un precoce fallimento o perché non comprende il senso e il valore anche per il proprio personale futuro, di portare a compimento gli studi.
Tenere aperte le scuole anche oltre l'orario curriculare, credo sia una forma molto efficace di presenza, di continuità, di attrazione. L'impegno sancito solennemente in questo protocollo - sembrava di essere a conclusione di una trattativa diplomatica con tutte queste firme - credo possa avere una valenza operativa e dare dei risultati.
Ricordo ancora, dal momento che il Ministro Fioroni parla della cerimonia del prossimo maggio a Palermo, che nel maggio del 1996 - credo il 16 maggio - appena da qualche ora uscito dal Quirinale dopo aver giurato come Ministro dell'Interno, la mia prima scelta fu di correre a Palermo perché si celebrava l'anniversario della strage di Capaci e dell'uccisione di Giovanni Falcone. È, per noi tutti, un impegno d'onore, tener viva la memoria di quei due straordinari magistrati, Falcone e Borsellino, e della lotta che condussero: una lotta che ha dato dei risultati e che deve rivivere attraverso l'impegno dei più giovani. Insomma, confido che la Napoli della scuola, la Napoli della ricerca, la Napoli del lavoro, la Napoli della legalità, la Napoli dei valori morali vinca e, davvero, riesca a prevalere in modo definitivo su tutto quello che ci ha preoccupato e angosciato in questi ultimi tempi, da napoletani e da italiani.