Palazzo del Quirinale 11/05/2011

Risposte del Presidente Napolitano agli studenti nel corso dell'incontro con le scuole in occasione del 150° anniversario dell’Unita’ d’Italia

Scuola Primaria "Ada Negri" di Udine : Qual è stato il momento in cui si è sentito più orgoglioso di essere il Presidente di tutti gli italiani?

Presidente
: Tu hai detto il momento, ma io parlerei di un momento che è durato un anno : quello della celebrazione del 150° anniversario della nascita dell'Italia unita. Un lungo momento, cominciato proprio nel mese di maggio delle scorso anno quando sono stato a Quarto, lo scoglio di Genova da cui partirono i Mille per la Sicilia ; poi sono andato a Marsala, a Calatafimi dove ci fu una sanguinosa battaglia, e successivamente - in tutti questi mesi - sono stato in tante città in cui si sono ricordate le gesta eroiche dei patrioti del Risorgimento : sono stato a Reggio Emilia, a Forlì, a Ravenna, a Bergamo, e poi a Milano, a Torino, a Varese, e abbiamo fatto delle cose bellissime a Roma, nel centro della città e al Gianicolo.

Sono stati tutti momenti in cui sono stato orgoglioso innanzitutto della nostra storia, di quello che è costato costruire l'Unità d'Italia e di quello che è costato anche consolidare il nostro Stato nazionale unitario, la nostra collettività, la nostra comunità. Mi sono sentito orgoglioso anche perché ho visto partecipare a queste grandi feste, e anche a questi grandi momenti di riflessione, italiani di tutte le parti del Paese, italiani di tutte le generazioni, italiani di tutte le idee. In questo modo abbiamo non solo riflettuto sulla nostra storia e cercato di capirne gli insegnamenti, ma abbiamo rafforzato la nostra Unità al di sopra delle tante divisioni e delle tante tensioni che purtroppo spesso affliggono il nostro Paese.

Queste celebrazioni, che abbiamo fortemente voluto, sono andate molto al di là di quello che speravamo, e il fatto che non sono stati solo piccoli gruppi di studiosi a celebrare il 150° ma tanta parte della popolazione - le città che ho visitato erano piene di gente, piene di folla - è stato veramente molto importante.

Voglio anche congratularmi per le iniziative della scuola, e per questo magnifico portale didattico voluto dal Ministro e inventato dal professor Galli della Loggia, perché è chiaro che se noi celebrassimo il nostro anniversario senza i giovani avremmo completamente fallito. E invece il fatto che ci siate voi - dai più piccoli ai più grandi di coloro che frequentano le nostre scuole - è essenziale, perché così mettiamo veramente a frutto questa straordinaria occasione.

Scuola secondaria di I grado "Don Milani" di Palermo : Signor Presidente, quest'anno abbiamo studiato il Risorgimento e abbiamo capito che l'Italia è stata unita grazie al sacrificio di tanti giovani che hanno combattuto 150 anni fa, impegnandosi per il proprio Paese. Secondo Lei come possiamo noi, oggi e in futuro, continuare il loro operato?

Presidente
: Io penso innanzitutto continuando a coltivare gli stessi ideali di libertà, di unità, di giustizia, perché non si può crescere, non si può avere soddisfazione nella vita, se non si è animati da alcuni grandi valori, e se non ci si impegna a realizzare degli obiettivi non solo personali ma degli obiettivi comuni a tutta la nazione, a tutti gli italiani. Quindi, facciamo attenzione : è molto importante che ciascuno di voi pensi al suo avvenire e cerchi di costruirsi un avvenire migliore, anche un avvenire di benessere ; però guai se voi non vi interessaste del nostro Paese, dell'Italia in quanto tale, delle sorti della nostra Nazione, delle sorti del nostro popolo, come fecero coloro che combatterono nel periodo del Risorgimento per realizzare l'Unità d'Italia.

Dovettero combattere con le armi, e tanti giovani sacrificarono la loro vita. Per fortuna noi viviamo in un'Europa di pace, e anche se abbiamo dei giovani che si offrono volontariamente per impugnare le armi in nome della comunità internazionale in Afghanistan, nel Kosovo o in Libano, però nell'insieme i nostri giovani hanno davanti a sé una prospettiva di sviluppo pacifico. Insomma, fatevi guidare nella vostra fase di educazione e formazione, e in tutta la vostra vita, dai grandi ideali, dai grandi valori che formano la base del nostro vivere insieme e sono la condizione per il futuro della nostra Italia.

Istituto Comprensivo "Annibale Olivieri" di Pesaro : Signor Presidente, come vorrebbe che fosse l'Italia nel 2061?

Presidente
: E' un po' difficile immaginare l'Italia tra cinquant'anni, comunque voi la vedrete certamente, anzi voi la costruirete : e dipenderà molto da voi come sarà l'Italia nel 2061. Quello che io posso augurarmi è che sia un'Italia più serena, più sicura di sé, un'Italia che sappia essere più consapevole delle sue grandi tradizioni. Noi siamo eredi di uno straordinario patrimonio storico, culturale, artistico, ambientale : dobbiamo difenderlo, tutelarlo, valorizzarlo e dobbiamo saperlo coltivare perché il mondo questo si aspetta da noi; da tutte le parti del mondo si guarda all'Italia per questa nostra tradizione, per questo nostro patrimonio.

Nello stesso tempo, bisogna che sia un'Italia più serena, meno lacerata, meno divisa, in cui la lotta politica non sia una guerra continua, e ci sia rispetto reciproco anche tra le parti che fanno politica e competono per conquistare la maggioranza nelle elezioni. Bisogna che ci sia una Italia rispettata in tutta la comunità internazionale per il contributo che essa dà e anche per l'immagine che può dare di sé : immagine sul piano culturale, sul piano civile e sul piano morale. Mi auguro che sia così l'Italia del 2061 : datevi da fare sin da ora perché sia realmente così.

Benedetta Rinaldi (presentatrice della cerimonia) a proposito degli Alfieri della Repubblica : Qual è il valore di queste storie, che cosa vogliamo dimostrare con questa premiazione?

Presidente
: Noi abbiamo altri giovani che ricevono degli importanti riconoscimenti : sono gli Alfieri del Lavoro, dei ragazzi che hanno concluso la scuola secondaria superiore, si sono iscritti all'Università e vengono premiati dalla Federazione dei Cavalieri del Lavoro (i Cavalieri del Lavoro sono imprenditori che per speciali meriti ricevono questa onorificenza e loro stessi poi scelgono dei giovani da sostenere anche praticamente nei loro studi universitari) con l'auspicio che diventino dei protagonisti della vita economica del paese.

Noi abbiamo voluto pensare ai ragazzi più piccoli, o comunque ai più giovani ancora, perché è importante fin da quella fase della loro vita ricevere un riconoscimento che li stimoli. E vediamo che ce ne sono tanti che meritano. Sono tutte storie belle : per fortuna l'Italia è fatta anche di queste storie, non solo di certe altre.