Palazzo del Quirinale 07/07/2011

Dichiarazione alla stampa e risposte del Presidente Napolitano al termine dei colloqui con il Presidente Wulff

Abbiamo appena terminato l'incontro che avevamo da tempo programmato con il Presidente della Repubblica Federale Tedesca Christian Wulff. Ormai siamo al quarto incontro tra di noi: poco dopo la sua elezione a Presidente egli è voluto venire qui in visita a Roma e abbiamo avuto allora il primo colloquio: poi, ci siamo incontrati in alcuni fori internazionali, come la riunione degli otto Presidenti europei a Budapest ; infine, molto di recente, abbiamo avuto il piacere di ospitare a Roma il Presidente Wulff, insieme ad altri importanti Capi di Stato europei e di tutto il mondo, per il 150° anniversario dell'unificazione italiana. Quindi, oggi noi non abbiamo dovuto partire da zero, ma abbiamo ripreso un discorso già avviato nel corso del tempo attraverso questa successione di incontri. E ci siamo, innanzitutto, ritrovati del tutto d'accordo su alcune premesse fondamentali.

Voi avrete potuto notare alcune di queste affermazioni anche nell'intervista del Presidente Wulff che oggi ha pubblicato il Corriere della Sera, e vorrei dire che alcune cose sono dette anche con delle parole che io personalmente posso interamente sottoscrivere, e cioè : "Noi viviamo una fase dell'evoluzione mondiale nella quale nessuno dei nostri paesi da solo può illudersi di svolgere un ruolo rilevante". Potremo pesare, Italia e Germania, come tutti gli altri paesi europei, solo agendo in modo unitario. Questo tema è ritornato proprio nell'ultima parte della nostra conversazione di oggi, anche in riferimento ai mutamenti molto forti, ai travagli molto complessi che stanno vivendo il Nord Africa e il Medio Oriente. Sono avvenimenti che in parte ci hanno colto di sorpresa, ma ci hanno colto di sorpresa anche perché non riusciamo ancora a elaborare insieme, come Unione europea, un'analisi degli sviluppi prevedibili della situazione internazionale e una elaborazione di posizioni comuni. E, in certi casi, di fronte a qualche evento che ci si presenta, dobbiamo anche fare in fretta a colmare come meglio possiamo questa insufficienza.

Inoltre il Presidente Wulff ha voluto ribadire molto nettamente - anche qui con parole che io pienamente condivido - che bisogna contrastare l'illusione di qualsiasi ritorno a un passato caratterizzato dalla predominanza delle politiche puramente nazionali. Addirittura si usa il termine rinazionalizzazione per dire che c'è la tentazione, in qualche campo, di tornare indietro anziché di andare avanti come è necessario sulla via dell'integrazione.

Abbiamo convenuto sul fatto che, parlando di integrazione, parlando di politiche comuni, non si debba mai perdere di vista il criterio, il concetto della sussidiarietà. Il criterio fondamentale rimane dunque quello di comunitarizzare politiche che l'Europa può fare meglio dei singoli Stati nazionali. Ma certamente si sta allargando il campo dei problemi, anche difficili, che richiedono più posizioni comuni, più coordinamento. Questo è apparso del tutto evidente di fronte alla crisi finanziaria, alla necessità di rafforzare la cultura e le politiche della stabilità e, al tempo stesso, di rafforzare le politiche della competitività e della crescita, in quanto dobbiamo delle risposte convincenti soprattutto alle nuove generazioni e, in primo luogo, al problema più grave che affligge le nuove generazioni che è la disoccupazione, l'insufficienza di prospettive certe di lavoro per il futuro.

In questo spirito abbiamo anche parlato delle nostre iniziative comuni, una delle quali avrà un particolare rilievo domani, perché insieme ci recheremo a Villa Vigoni sul lago di Como. Villa Vigoni è un'istituzione storica di collaborazione tra Italia e Germania, e penso che lì potremo dire insieme qualcosa di utile e di pienamente convergente soprattutto ai rappresentanti delle nuove generazioni che converranno per porci delle domande.

Possiamo cercare di guardare un po' lontano perchè, in fin dei conti, caro Presidente Wulff, siamo ambedue Presidenti non esecutivi, quindi non abbiamo sulle spalle la necessità di dare risposte per il giorno dopo. Questo, però, significa anche che possiamo concederci il lusso, o possiamo e dobbiamo assumerci la responsabilità, di guardare meno al breve termine e più al lungo termine, di guardare da un lato alla profondità delle radici anche culturali della nostra amicizia, dell'amicizia tra Italia e Germania e dell'unità europea, e, nello stesso tempo, di guardare più avanti a qualcosa che bisogna disegnare di nuovo, soprattutto per lo sviluppo del dibattito pubblico, della partecipazione democratica, e in generale della democrazia europea.

Domanda
L'Italia insieme agli altri paesi europei è impegnata nelle missioni internazionali, un ruolo che ieri è stato definito cruciale dal Consiglio Supremo di Difesa. Oggi ci sono state alcune dichiarazioni di esponenti di governo di primissimo piano riguardo a questo impegno. Volevo chiedere se si ravvisa una contraddizione tra le direttive che sono state decise ieri e quanto oggi è invece emerso.

Risposta Presidente Napolitano
Io non commento naturalmente le dichiarazioni di nessun esponente di governo, di nessun ministro. Dico che ieri abbiamo discusso ampiamente e ribadito in modo netto - basta leggere il comunicato finale della riunione del Consiglio supremo di Difesa - la importanza essenziale che anche per l'Italia ha la sua partecipazione alle missioni di pace, alle missioni per la sicurezza, per la lotta contro il terrorismo e contro la pirateria che si svolgono sotto l'egida delle Nazioni Unite e sotto la guida della Nato o di altre istituzioni.

Noi stiamo discutendo di come ridurre il costo di alcune di queste missioni. Sono state anche annunciate delle misure significative in questo senso. Per esempio, ritiriamo dal fronte marittimo in Libia la nave Garibaldi il cui impiego è stato in questo periodo ovviamente molto costoso, ma senza nulla togliere alla continuità della nostra partecipazione alle operazioni in Libia.

Così, discutiamo per quello che riguarda la possibile riduzione numerica dei militari italiani impegnati in alcune missioni.
Discutiamo della missione UNIFIL in Libano, dove siamo il primo paese, e credo si possa dire che l'Italia è stata promotrice di quella missione delle Nazioni Unite e ha dato il maggiore contributo di presenze militari e civili: discutiamo se questo nostro contingente che tuttora è di gran lunga il più alto rispetto ad altri contingenti nazionali, possa essere ridotto.

Ma ieri è stato affermato con grande nettezza, innanzitutto dal ministro della Difesa che queste sono solo ipotesi di riduzione perché bisogna procedere di concerto con le organizzazioni internazionali. Ho visto che anche quest'oggi il Ministro La Russa ha voluto ripetere la frase "together in together out": non decisioni o ritiri unilaterali, ma discussione, in modo particolare per quello che riguarda la missione in Libano con il segretario generale delle Nazioni Unite, per vedere se si può prevedere una maggiore presenza di altri contingenti nazionali e una riduzione del nostro. Ma queste ipotesi diventeranno decisioni effettive quando si sarà raggiunto il concerto con le Nazioni Unite.

Domanda
Lo stato delle relazioni italo-tedesche

Risposta Presidente Napolitano
Il Presidente Wulff ha detto in modo molto puntuale le ragioni per cui la collaborazione tra i nostri due paesi è da entrambi considerata essenziale. Siamo due paesi fondatori, forse siamo, tra gli stessi paesi fondatori, quelli che hanno avuto nel corso dei decenni più coerenza e continuità nel sostenere la causa dell'unità europea; e ne siamo tuttora convinti sostenitori.

Io ritengo che possiamo senz'altro sollecitare la massima intensificazione dei rapporti tra i nostri governi. Sono convinto che la volontà ci sia da ambedue le parti. Occorrono iniziative, qualcuna delle quali ci è stata poco fa illustrata dallo stesso ministro degli Esteri Frattini che è anche lui un fautore ben convinto della necessità di intensificare le relazioni tra i due governi.

Non dimentichiamo tuttavia che le relazioni tra i due paesi sono in parte affidate ai capi delle missioni diplomatiche: di Germania in Italia, l'ambasciatore Gerdts, e per l'Italia in Germania, l'ambasciatore Valensise. Noi Presidenti facciamo la nostra parte per quello che ci compete. Credo che in meno di un anno sono stati intensi, davvero intensi i rapporti tra me e il Presidente Wulff. E che domani a Villa Vigoni, sul Lago di Como, toccheranno un nuovo picco.

Domanda
L'Europa chiede maggiore rigore nei conti pubblici ai paesi dell'Unione. Il governo italiano proprio per questo ha varato una manovra economica. Volevo chiedere se servono altri provvedimenti per dare una risposta a questa richiesta e per aiutare la crescita del nostro paese.

Riposta Presidente Napolitano
Nel firmare e rendere pubblica la emanazione del decreto del governo ho detto che senza dubbio bisogna garantire che tutte le condizioni per il raggiungimento dell'obbiettivo del pareggio di bilancio nel 2014 siano raggiunte. E, in riferimento, all'annunciato disegno di legge di riforma fiscale, il decreto emanato ieri va seguito al momento opportuno da decisioni ulteriori che si collegheranno alla vera e propria sessione di bilancio destinata a svolgersi in Parlamento nell'autunno, nell'ultima parte dell'anno. Sicuramente, dei completamenti sono necessari. Poi vedremo cosa dirà il Parlamento.

Ho auspicato un confronto aperto e costruttivo. Io vorrei che davvero l'opposizione e la maggioranza concordassero sulla necessità di conseguire l'obiettivo che ci è stato fissato e che abbiamo concordato in sede europea per il 2014. Vorrei che questo obiettivo non fosse messo in dubbio da nessuna parte politica. Sul modo di raggiungerlo è aperta e deve essere libera la discussione: si possono avere proposte anche diverse, si possono indicare soluzioni più idonee. E comunque quando parlo di proposte e soluzioni mi riferisco all'aspetto della stabilità, dell'equilibrio di finanza pubblica, della riduzione del nostro indebitamento che è così pesante, ma mi riferisco nello stesso tempo alla necessità di rilanciare e sostenere la crescita. Voi tutti sapete che quando si dice ridurre il rapporto tra deficit e prodotto lordo o tra debito accumulato e prodotto lordo, si indica appunto un rapporto, ed è importante non solo che la quantità di deficit o di debito diminuisca ma che cresca il tasso di crescita affinchè quel rapporto possa essere effettivamente tenuto sotto controllo e costantemente migliorato.

Domanda
Quali sono i punti deboli o insufficienti nei rapporti tra Italia e Germania e quali aspetti bisogna portare avanti insieme nell'agenda europea.

Riposta Presidente Napolitano
Io credo - dal momento che ci è stato chiesto se c'è qualche punto debole o qualche insufficienza nello sviluppo delle relazioni tra i due paesi - che si possa dire insufficiente lo sviluppo delle relazioni culturali. Abbiamo bisogno di maggiore scambio tra le culture storiche e tra le culture politiche di Italia e Germania.

Noi abbiamo avuto un momento altissimo anche di vicinanza culturale tra Italia e Germania quando il Governo italiano era guidato da Alcide De Gasperi e quello tedesco era guidato da Konrad Adenauer. Ma era una generazione che ha concluso il suo ciclo e c'è il rischio di non essere più all'altezza di quella conoscenza reciproca e di quella vicinanza ideale e culturale.

Poi, dobbiamo lavorare di più tra Italia e Germania sui temi dell'agenda europea. Non proponiamo nessuna intesa speciale, nessun asse, non siamo gelosi che storicamente esista una intesa tra Francia e Germania, ma sicuramente tra Germania e Italia ci si può ascoltare reciprocamente molto di più, si può cercare insieme la soluzione di una serie di problemi. E ho piacere che il Presidente Wulff abbia citato il ruolo che in questo momento sta svolgendo, per un rilancio del discorso fondamentale sull'Europa e sull'unità europea, la Polonia. In questo momento la Polonia si sta affacciando come nuovo protagonista della politica europea, e penso che anche con gli amici polacchi potremo bene lavorare insieme.