Palazzo del Quirinale 06/07/2009

Brindisi del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, al pranzo di Stato offerto in onore del Presidente della Repubblica Popolare di Cina, Hu Jintao

Signor Presidente,
Signori membri della delegazione presidenziale cinese,
Autorità,
Signore e Signori,

a dieci anni di distanza dalla visita in Italia dell'allora Presidente Jang Zemin, e a cinque anni dalla visita in Cina dell'ex Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, è con vivo compiacimento e con sinceri sentimenti di stima e di amicizia, che la accolgo in visita di Stato nel nostro paese.

La sua presenza in Italia, Signor Presidente, giunge in un momento particolarmente felice delle relazioni fra i nostri due paesi e rappresenta il coronamento dei nostri sforzi comuni volti alla migliore conoscenza reciproca e alla più forte collaborazione fra Roma e Pechino.

Oggi ricevo al Quirinale il leader di una Cina profondamente cambiata nel corso degli anni ; il Capo di un grande paese, che ha senza dubbio raggiunto traguardi di eccezionale rilievo grazie al dinamismo della sua economia, ed è allo stesso tempo profondamente consapevole delle responsabilità che incombono sui protagonisti globali della politica internazionale.

Proprio perché riconosce alla Cina il posto che le spetta negli equilibri internazionali, l'Italia attribuisce - Signor Presidente - al suo paese un ruolo di primo piano negli incontri che si svolgeranno nei prossimi giorni a L'Aquila : incontri destinati ad andare ben oltre il tradizionale orizzonte del G8, mirando anche a un pieno coinvolgimento della Cina in nuovi meccanismi di governance globale.

La Cina ha ormai un ruolo essenziale nel dibattito sulle principali questioni di attualità e di prospettiva sul piano internazionale : fra esse la stabilità nelle aree di crisi, il controllo degli armamenti nucleari e convenzionali, il contrasto al terrorismo internazionale, la crescita dei paesi rimasti più indietro sulla via della modernità e prosperità, e quindi la lotta alla povertà, la protezione dell'ambiente, risposte eque e bilanciate al fabbisogno di energia, in una parola lo sviluppo sostenibile.

Anche nel far fronte alla recente crisi finanziaria e alle sue conseguenze, tutti i paesi più avanzati guardano a Pechino come ad uno dei protagonisti capaci di contribuire in modo determinante a un rinnovato equilibrio dei mercati internazionali e dell'economia mondiale.

Lo sviluppo impetuoso che la Cina ha conosciuto tra lo scorso decennio e questo e che l'ha condotta a riacquistare il peso che le è storicamente proprio negli affari mondiali, si è svolto all'insegna della pace, nel solco dei principi della coesistenza pacifica, e in una visione multilaterale delle relazioni internazionali, che si esprime innanzitutto nel Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Si tratta di un processo storico, Signor Presidente, che costituisce per il suo popolo - le cui radici si collocano in una civiltà antichissima e raffinata - motivo di grande e comprensibile orgoglio.

La crisi finanziaria ed economica ancora in atto rappresenta ora un'occasione importante di ripensamento delle direttrici dello sviluppo all'interno di ciascun paese e su scala mondiale, e dovrà condurre - con l'irrinunciabile apporto della Cina - alla ridefinizione di regole comuni e alla riforma delle istituzioni internazionali.

Ma è sul piano politico e strategico generale che la Repubblica Popolare Cinese sta dando prova del suo nuovo, responsabile e sempre più autorevole impegno.

Salutiamo con interesse e soddisfazione l'intervento della Cina negli scenari di crisi, a sostegno di assetti di pace o nella ricerca di soluzioni equilibrate e negoziate ai problemi del mondo, con crescente attenzione al tema dei diritti umani, e con particolare sostegno ai paesi più poveri e alle aree più diseredate del pianeta. Mi è gradito in special modo ricordare il coinvolgimento cinese nella missione di pace in Libano ; il ruolo svolto da Pechino per cercare di mantenere aperta la porta al dialogo in Corea del Nord, le cui più recenti iniziative ci preoccupano vivamente ; l'impegno della Cina contro la pirateria nel Golfo di Aden, e la sua partecipazione a forze multinazionali di pace sotto l'egida delle Nazioni Unite. Anche il crescente impegno di Pechino in Afghanistan non può che essere visto da noi con grande soddisfazione, in considerazione del nostro rilevante impegno militare e civile in quel paese.

La presenza e l'azione della Cina si sviluppano in molteplici direzioni e dimensioni, rivolgendosi a ogni interlocutore e foro significativo della politica internazionale. Ma mi consentirà, Signor Presidente, di mettere l'accento sull'importanza che riveste e ancor più può assumere il rapporto tra il suo grande paese e l'Unione Europea. Sono convinto che su tutte le grandi questioni che sono oggi iscritte nell'agenda mondiale l'Europa ha una parola importante da dire, in virtù del suo patrimonio storico e anche alla luce dell'esperienza originale del processo d'integrazione perseguito dalla metà del secolo scorso. Tocca certamente all'Unione Europea riuscire a parlare con una voce sola, attraverso più forti istituzioni comuni, per affermarsi concretamente come attore globale sulla scena internazionale : nello stesso tempo essa confida nel riconoscimento del suo ruolo da parte della Cina e nello sviluppo ulteriore, più ricco e profondo, delle relazioni tra la Cina stessa e l'Europa, lungo la strada nuovamente aperta dal vertice di Praga dello scorso maggio.

In questo quadro si colloca l'evoluzione delle nostre relazioni bilaterali, su basi di profonda amicizia e in una prospettiva di più stretta cooperazione in tutti i campi.

L'anno prossimo, Signor Presidente, si celebrerà il quarantennale delle nostre relazioni diplomatiche e, in una fortunata coincidenza - che da parte italiana si intenderebbe porre nel miglior risalto - anche il quattrocentesimo anniversario della morte di Matteo Ricci, il tenace padre gesuita che ha giocato un ruolo essenziale nell'avvicinamento fra le nostre culture e i nostri popoli.

So anche che il suo paese sta organizzando - e apprezziamo grandemente questo impegno - un'importante serie di manifestazioni culturali, scientifiche, tecnologiche nell'ambito della rassegna intitolata "L'anno della Cina in Italia", che dovrà svolgersi nel 2010 nel nostro paese. All'allestimento di questa ambiziosa rassegna si è già pronti, da parte italiana, con spirito di apertura a ogni possibile contributo operativo e di idee.

Dopo aver poche settimane orsono incontrato proficuamente qui al Quirinale una folta delegazione cinese guidata dal Presidente dell'Assemblea Nazionale del Popolo, riceviamo in questi giorni una nutrita rappresentanza di imprenditori del suo paese, da cui ci attendiamo un concreto impulso ad allargare gli investimenti diretti reciproci, le occasioni di joint-venture e le intese possibili. Alla delegazione economica si è altresì aggiunta una missione di numerosi operatori cinesi del settore del turismo, un ambito dalle enormi potenzialità di sviluppo, considerate le straordinarie risorse culturali, artistiche e naturali dei nostri due paesi.

Si tratta solo di alcune tangibili testimonianze di quanto intensi e multiformi siano ormai i legami tra i nostri due paesi.

L'Italia non intende privilegiare solo gli aspetti economici e commerciali delle relazioni con Pechino. Essa considera il rapporto con Pechino, ormai da diversi anni, e sempre più nettamente, come una partnership strategica a tutto campo, che comprende aspetti politici, in chiave internazionale, come quelli da me già richiamati, ma anche forme di collaborazione tra enti territoriali, e impegni convergenti in campi di particolare interesse : nell'area della medicina e della tutela della salute ; nei rapporti tra le istituzioni universitarie e di ricerca ; per la formazione professionale ; per il restauro delle antichità e dei patrimoni culturali, di cui i nostri paesi sono così straordinariamente dotati.

Su queste fondamenta continueremo a costruire nel futuro la partnership italo-cinese a beneficio dei due popoli. A questo fine contiamo anche sull'impegno e la collaborazione della vasta comunità cinese che vive in Italia e che ci auguriamo possa sentirsi sempre più integrata nel tessuto sociale italiano.

La sua prossima presenza a L'Aquila per gli incontri promossi sotto l'egida del G8 mi offre infine l'occasione per ringraziarla del sostegno manifestato anche da tanti semplici cittadini cinesi alle istituzioni e alle popolazioni abruzzesi e italiane, all'indomani del terremoto che ha colpito L'Aquila.

Signor Presidente, sono certo che Italia e Cina - due paesi di antica civiltà, con storie diverse e complesse e forti tradizioni di reciproca apertura e simpatia - perseguiranno nel giusto cammino intrapreso per consolidare e arricchire la loro collaborazione a far fronte insieme ai problemi e alle sfide del mondo di oggi. E' in questo spirito che levo il calice e rinnovo, a lei e alla sua consorte, il mio più sentito benvenuto in Italia.