Berlino 28/02/2013

Dichiarazioni alla stampa del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano al termine dell’incontro con il Presidente Federale della Repubblica Federale di Germania, Jaochim Gauck

Ringrazio vivamente il Presidente Gauck per le espressioni di grande amichevolezza che ha usato nei miei confronti. Esse, in modo particolare, danno testimonianza della sua umanità. Ho molto apprezzato l'occasione che ho avuto a Roma e a Napoli di incontrare il Presidente Gauck dopo la sua elezione, perché ho trovato nella sua personalità dei tratti di grandissima sensibilità, apertura e disponibilità alla ricerca di tutte le strade per rafforzare le relazioni amichevoli tra l'Italia e la Germania.

Sono qui, come sono andato a Washington, per delle visite di saluto, perché sto per lasciare dopo sette anni l'incarico di Presidente della Repubblica, e per me non poteva esserci conclusione migliore - per quello che riguarda le missioni all'estero - che questa visita di Stato in Germania su invito del Presidente Gauck. Sono venuto molte volte in Germania nel corso di questi sette anni, ma è la prima volta che vengo in visita di Stato, il che dà una particolare solennità e un particolare significato ai nostri incontri, ieri a Monaco e oggi e domani qui a Berlino.

Siamo uniti da un comune impegno europeo. Ha rappresentato la salvezza per entrambi i nostri paesi che hanno attraversato vicende tragiche nel corso del ventesimo secolo e, in modo particolare, quando i regimi dittatoriali che governavano la Germania e l'Italia hanno preso insieme la strada delle guerre di aggressione. E' stata una esperienza terribile che ho vissuto in giovane o giovanissima età, ma non si è mai cancellata dal mio bagaglio personale. Guai se l'Italia e l'Europa non avessero saputo scegliere la grande occasione di fondare insieme la costruzione europea. E' qualcosa che ci ha liberato dal peso del passato anche se non ci sottraiamo mai alle risposte che dobbiamo dare, anche per gli errori e le nequizie di quel passato ; ma non c'è dubbio che la scelta dell'essere insieme membri fondatori prima della comunità europea e poi dell' Unione ha rappresentato una risposta liberatoria e lungimirante dopo la lunga notte del nazismo e del fascismo.

Stiamo costruendo insieme questa Europa unita che più che mai rappresenta la sola strada che i nostri paesi, i più grandi come i più piccoli, possano seguire nel nostro continente, se vogliamo che soprattutto nel mondo globalizzato di oggi l'Europa continui a contare. Non dimentichiamo che quando si fondò la Comunità ne erano parte sei paesi, tre grandi e tre piccoli, e questo mix di paesi di diversa dimensione, di diversa tradizione storica è stato decisivo per garantire il successo del processo di unificazione. Questo processo ha poi subito una svolta cruciale nel 1989, a partire da quello che è accaduto proprio qui in Germania con la caduta del muro di Berlino.
Abbiamo dinanzi dei problemi molto difficili per quello che riguarda il consolidamento delle conquiste della costruzione europea : quindi, per quello che riguarda il completamento dell'edificio dell'Unione economica e monetaria e per quello che riguarda i progressi da compiere in altre direzioni avendo di mira l'unione politica.
Mi sono trovato in profonda sintonia con il discorso che il Presidente Gauck ha pronunciato proprio qui a Berlino il 22 febbraio. Mi sono trovato in particolare sintonia con la carica ideale e morale di quel discorso, e sono convinto che questi nostri colloqui e gli altri incontri che avremo oggi e domani contribuiranno a rafforzare i legami di amicizia tra i nostri due Paesi.

Mi sono molto dedicato in questi sette anni al rafforzamento della reciproca fiducia tra Italia e Germania, ma dobbiamo dire onestamente che tanti nostri predecessori, Presidenti della Repubblica federale e Presidenti della Repubblica italiana, e anche tanti Capi di governo del passato, italiani e tedeschi, hanno gettato solide basi per questa amicizia, che non può essere turbata anche da differenze di punti di vista.

Si discute quali debbano essere le scelte del Consiglio Europeo - quelle che vengono concertate in sede di Consiglio europeo - per ciò che concerne l'uno o l'altro aspetto di un programma di consolidamento fiscale e di riforme di struttura, ma qualsiasi differenza di punti di vista è parte della dialettica democratica della nostra Europa, perché noi vogliamo un'Europa democratica in cui, anche tra rappresentanti degli Stati nazionali, si discuta e si confrontino punti di vista diversi. Questo non può rappresentare in nessun modo un ostacolo all'amicizia, alla collaborazione e alla ricerca di soluzioni soddisfacenti per entrambe le parti : c'è una dialettica aperta dentro il Consiglio europeo, non ci sono posizioni precostituite, non c'è nessuno che voglia imporre le proprie vedute agli altri.

In questo senso sono convinto che continuerà ad operare il rapporto tra i nostri due Paesi. In questo senso continuerà ad operare il Governo italiano che sarà formato nelle prossime settimane, dopo che si sarà insediato il nuovo Parlamento : sono persuaso che l'Italia non può non seguire la grande strada della costruzione europea, continuare a prendersi le sue responsabilità, fare la sua parte di sacrifici e dare il suo apporto al rilancio di uno sviluppo economico, sociale, civile e culturale che rafforzi l'unità del nostro continente, l'unità dell'Europa che abbiamo saputo costruire negli ultimi sessant'anni e che ha bisogno di nuovi passi avanti sulla via dell'integrazione.

L'idea che ci si possa incontrare a Sant'Anna di Stazzema è una bellissima idea. Ho consegnato al Presidente Gauck la lettera di uno dei testimoni e delle vittime di quella terribile strage : si salvò da bambino, tutta la sua famiglia fu distrutta, ed è diventato un grande amico della Germania. Questo è il miracolo che ha fatto l'Europa.

D. Lina Palmerini - Il Sole 24ore : il Ministro Schäuble ha parlato ieri di un rischio contagio dall'Italia verso l'Europa per l'instabilità politica. Condividete questa preoccupazione e pensate che davvero l'Italia possa diventare un fattore di rischio per l'area euro? Sappiamo che ci sono dei tempi e degli adempimenti istituzionali da rispettare. Ma non crede che a questo punto bisogna accelerare, quindi dare il segnale che l'Italia sta cercando più in fretta una soluzione per la stabilità?

R. Presidente : Parto dalla seconda domanda. Lei dice : "Ci sono degli adempimenti da rispettare". È la realtà, perché in questo momento non c'è stata nemmeno la proclamazione degli eletti in Parlamento : si è votato il 24 e il 25 febbraio ; ci deve essere la verifica delle posizioni di tutti i candidati che hanno ottenuto voti sufficienti per essere eletti, e, secondo la Costituzione, è entro 20 giorni dal momento delle elezioni che si devono riunire le nuove Camere. È stata già fissata la data : quando si è fissata la data delle elezioni, si è egualmente fissata e resa pubblica la data del 15 marzo per l'insediamento delle nuove Camere e la costituzione dei gruppi parlamentari perché io possa consultarli. Quindi, io non vedo in questo momento quali siano le possibilità di accelerazione. Però, ci tengo a dire una cosa che credo sia importante per tutti: l'Italia non è senza governo in questo momento. C'è un governo che rimane in carica fino al giorno in cui giureranno i ministri del nuovo governo. Il governo Monti, che è tuttora in carica, rappresenterà l'Italia al Consiglio europeo di metà marzo prendendosi tutte le responsabilità che saranno necessarie : lo farà in continuità con la sua politica, lo farà - suppongo - anche consultando le forze politiche quali sono uscite dal risultato elettorale. Non c'è un'Italia allo sbando, e in questo senso io non vedo un rischio di contagio, perché per contagiare bisogna prima prendersi una malattia, e noi per il momento non abbiamo preso nessuna malattia. Abbiamo da gestire un risultato elettorale complicato perché c'è stata frammentazione, ci sono state contrapposizioni, però credo che siamo tutti d'accordo che per avere un risultato che ci lasci più tranquilli non può accadere che si faccia un accordo a tavolino, prima delle elezioni, sul quale deve essere il risultato del voto. Si è espresso liberamente il popolo in quel momento assolutamente sovrano : questa è la legge della democrazia e quindi dobbiamo confrontarci rispettosamente con la volontà espressa dal popolo e dagli elettori.

D. Giornalista tedesco : Il candidato socialdemocratico per il Cancellierato ha definito 'due clowns' due politici di punta in Italia. Cosa ne pensa?

R. Presidente: E' stato uno spiacevole imprevisto. Sono venute meno le condizioni per un incontro che avevamo preventivato, volendo io anche sentire la voce della opposizione nel corso della mia visita. È evidente che ognuno è libero di pensare dentro di sé quello che crede ; però quando si parla di cose che riguardano un altro paese, amico ed alleato, cose che riguardano il risultato di libere elezioni, bisogna essere molto ponderati nei giudizi e non far mai venire meno una regola di discrezione e di rispetto nei rapporti tra paesi amici.