Berlino 28/02/2013

Brindisi del Presidente Napolitano al Pranzo di Stato offerto dal Presidente della Repubblica Federale Tedesca

Signor Presidente,
Signora Schadt,
Signore e Signori,

le sono molto grato, caro Presidente Gauck, per le belle espressioni di amicizia e di stima rivolte all'Italia e per la calorosa accoglienza che mi avete riservato prima a Monaco, oggi a Berlino.

Berlino, simbolo delle tragiche divisioni del secolo scorso ma oggi città aperta e vivissima - nella quale tanti giovani, italiani, europei e di ogni parte del mondo, trovano un esempio senza eguali di volontà innovativa e moderna creatività - guarda con rinnovata fiducia al futuro della Germania e dell'Europa.
Quel futuro fa tutt'uno col nostro, per il contributo che insieme abbiamo dato - da Roma, con i Trattati del 1957 - alla fondazione di un progetto di pace, di integrazione, di unità del nostro continente. E' un progetto da rinnovare e rilanciare in coerenza con il tempo di trasformazione globale che stiamo vivendo.

Signor Presidente,
il Suo cortese invito a compiere questa visita in Germania mi offre l'occasione di confermare le radici e ragioni dell'amicizia fra l'Italia e la Germania, e del nostro comune impegno europeo, che ha per presupposto e per base l'amicizia fra l'Italia e la Germania.

Per entrambi i nostri paesi, la scelta dell'unità europea è stata la risposta liberatoria e lungimirante alla tragica esperienza del nazifascismo, che condusse i nostri paesi alla catastrofe di una guerra spietata e distruggitrice come nessun'altra. Voglio qui ricordare quanto sia stato importante il lavoro svolto dalla Commissione storica italo-tedesca che ha presentato il rapporto conclusivo lo scorso dicembre.

Dobbiamo ora procedere - con coraggiosa apertura a esigenze ineludibili di correzione e cambiamento - nel cammino intrapreso oltre sessant'anni fa. E l'amicizia, la reciproca comprensione, la convergenza di sforzi tra l'Italia e la Germania, sono un contributo prezioso, una garanzia essenziale per il successo - nell'interesse di tutti - dell'impresa europea in questa nuova fase.

Non è concepibile che tra i nostri due popoli circolino ancora o addirittura rinverdiscano vecchi stereotipi ; che faccia presa la retorica irrazionale che fa della diversità di temperamenti e comportamenti un motivo di giudizi grossolani e divisivi, a scapito del riconoscimento delle qualità degli uni e degli altri che invece si arricchiscono a vicenda. I quasi settecentomila italiani che vivono qui in Germania ne sono la prova vivente, come pure i milioni di tedeschi che visitano l'Italia ogni anno: due facce della stessa medaglia di una sempre più sentita e vissuta cittadinanza europea.

E penso a quanto l'intreccio fra le nostre culture abbia contribuito all'identità europea in alcuni dei suoi tratti più riconoscibili fuori d'Europa. Penso, da italiano, alla compenetrazione di nostri pensatori e umanisti tra i maggiori del secolo scorso - come Benedetto Croce - con la cultura filosofica e letteraria tedesca. Penso al dialogo che egli intrattenne sull'Europa e sulla libertà con Thomas Mann. Penso al rinnovarsi di quella tradizione in generazioni più giovani e pienamente affermate, come ci dice l'esempio di Claudio Magris, uomo di cultura e letterato finissimo, che dall'italiana e mitteleuropea città di Trieste si è aperto a un'intensa frequentazione della lingua, della letteratura e della realtà tedesca.

Venendo ai dati della vita concreta delle nostre economie e società, possiamo ben dire che nell'esperienza comunitaria di cui siamo entrambi fondatori abbiamo trovato legittima fiducia nelle nostre identità nazionali e rinnovata vitalità produttiva. L'Italia e la Germania presentano tuttora un patrimonio di capacità manifatturiera, che ci assiste nell'affrontare la sfida della competitività in un mondo interdipendente salvaguardando il nostro modello di economia sociale di mercato. Possiamo, insieme, far sì che nella crisi trovi risposta la domanda di un sistema economico più equilibrato e più giusto.

Oggi Germania e Italia continuano a contribuire, entrambe impiegando ingenti risorse finanziarie nazionali, agli strumenti europei di consolidamento e ripresa dell'Eurozona. L'Italia è fortemente impegnata, con grandi sacrifici dei miei concittadini, sulla via del risanamento finanziario e delle riforme strutturali. Ed è chiamata a proseguire in questo impegno, cui deve associarsi la massima attenzione per il disagio delle fasce sociali più deboli.

Diversità di punti di vista, e foss'anche di interessi, tra Italia e Germania rispetto alle scelte che stanno davanti all'Unione Europea, non debbono dar luogo a diffidenze reciproche, recriminazioni o contrapposizioni. Le polemiche d'occasione passano, la necessità di un metodo costante di avvicinamento delle rispettive posizioni e di intese nel concerto europeo resta, e costituisce una via obbligata per la soluzione dei problemi comuni, per la salvaguardia dell'interesse comune.

Signor Presidente,
il rilancio del processo di integrazione e il cammino verso l'unione politica richiedono la formazione di una leadership europea, che affondi le proprie radici nel dialogo con i cittadini. So quanto questo tema Le stia a cuore, e condivido le riflessioni da Lei fatte solo pochi giorni fa qui a Bellevue. Entrambi i nostri governi sapranno muoversi in tal senso. Lo dico anche oggi, pur se il mio mandato volge al termine. In questi anni, caro amico Gauck, durante la mia Presidenza, ho sempre guardato alla Germania con estrema attenzione, ben cosciente dell'importanza fondamentale dei rapporti politici, culturali e economici tra i nostri Paesi. Qualche mio collaboratore potrà forse testimoniare come io abbia cercato di seguire ininterrottamente il dibattito politico tedesco, in particolare sull'integrazione europea, che può contare sul contributo di vostre grandi figure storiche che fanno ancora sentire la loro voce, e sull'apporto di così tante personalità illustri del mondo politico e accademico qui in Germania.

Sono convinto che le ragioni dell'Europa politica ci uniscano. Germania e Italia condividono quel patriottismo costituzionale che ci ha permesso di superare ogni retaggio nazionalistico e di rifondare nella pace, nella democrazia, nel benessere, i nostri due grandi Paesi. E questo patriottismo dei valori costituzionali è la base, la condizione essenziale, per un vero comune patriottismo europeo.

Sono lieto di aver potuto compiere in Germania la missione conclusiva del mio settennato di Presidente dell'Italia. Ed è in questo spirito che levo il calice al Suo benessere personale, a quello della Signora Schadt e di tutti i presenti. Levo il calice alla prosperità del popolo tedesco, all'amicizia feconda, a una forte sintonia di sentimenti, di idee e di progetti fra Germania e Italia, all'Europa e alla sua unione.